Il teatro dell’Associazione G non è dialettale nè classico… è un grammelot di parole.
In ogni nostro laboratorio teatrale vengono insegnate le basi della dizione ma non c’è una ricercatezza della pronuncia. Nell’Associazione giochiamo con le maschere più famose della tradizione teatrale e ci lasciamo affascinare dai grandi autori esteri. Il nostro teatro non vuole insegnare né divertire a tutti i costi: cerchiamo di accompagnare lo spettatore in un racconto con pochi dettagli scenici, dove il fulcro è l’espressività e la capacità di mettersi in gioco, senza paura di togliere (o mettere) una maschera.
Curiamo i costumi e le scenografie, come ricercate sono le nostre traduzioni, senza però peccare di presunzione o sfociare nel narcisismo. Per questo abbiamo deciso di utilizzare la parola “grammelot” per provare a definire la filosofia dei nostri spettacoli, anche quando non ricorriamo davvero a questo strumento recitativo che assembla suoni, onomatopee, parole e foni privi di significato in un discorso.
Il nostro teatro è così: misto di tutto, semplicemente nostro.
Spettacoli realizzati
- 47 Morto che parla, di Ettore Petrolini
- Il casino di campagna, di August von Kotzebue
- Io voglio vivere, di Arkadij Avercenko
- La patente, di Luigi Pirandello
- Aggiungi un Posto a Tavola, di Garinei & Giovannini
- Astaroth, di Stefano Benni
- La cantatrice calva, di Eugene Ionesco
- La Strana Coppia, di Neil Simon
- Sherlock Barman, di Stefano Benni
- Cos’è un mutuo, dei Fratelli Nuzzo
- Sarto per Signora, di Georges Feydeau
- Taxi a 2 piazze, di Ray Cooney
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